OLTRE IL BIOLOGICO
CONTENUTI:
- LE ORIGINI
I principi dell’agricoltura naturale e sinergica sono antichi, antichi come il nostro pianeta, che nel corso della sua storia, ha ospitato l’evoluzione di tutte le forme viventi formando con esse un unico organismo.
Nel corso di milioni di anni, Il regno vegetale ha rivestito la terra creando un manto verde che, durante il suo sviluppo, ha dato origine al suolo. Piante e suolo formano un solo essere vivente in cui interagiscono, in un flusso vitale, le svariate forme di microrganismi, lombrichi e funghi che abitano attorno alle radici delle piante. Tutto questo miracolo di cicli vitali ha originato in maniera autosufficiente intere foreste, praterie, boschi di conifere ed ogni forma di varietà di specie vegetali senza alcun intervento dell’uomo. Un laboratorio chimico senza scarti, che ha svolto processi spontanei di auto- fertilità e di rivitalizzazione ancor prima che comparissero i primati ed iniziasse l’evoluzione dell’essere umano sul pianeta.
Masanobu Fukuoka in oriente ed Emilia Hazelip in occidente, partendo da conoscenze microbiologiche e di fisica degli elementi, hanno studiato e sperimentato i meccanismi di autofertilità del suolo facendo dell’agricoltura un’attività umana sostenibile che lavora con le forze naturali della vita nelle sue forme più microscopiche.
2. SUOLO E PIANTE
Il punto di partenza della loro pratica agricola è lasciar fare alla natura, lavorando con le dinamiche di fertilità naturali del suolo. In sostanza ciò significa che il suolo migliora e poi mantiene la fertilità se non viene disturbato nei suoi processi vitali con attività contrarie al suo naturale equilibrio come le arature, l’uso di fertilizzanti di sintesi e di sostanze chimiche. Cosa avviene in un suolo dove l’uomo non sia intervenuto alterandone l’equilibrio? Le piante sono gli unici organismi viventi che possono utilizzare direttamente l’energia solare per trasformarla nell’ energia chimica di cui hanno bisogno per vivere, nello stesso tempo necessitano anche di sali minerali che non sono in grado di produrre direttamente. Il suolo è la riserva di questi nutrienti che però non sono presenti in una forma utilizzabile dalle piante. Perché i minerali presenti nel terreno diventino biodisponibili devono essere trasformati da processi biochimici innescati dall’attività microbica. La pianta deve quindi favorire lo sviluppo di un adeguato numero di batteri e organismi intorno alle sue radici per potersi nutrire dei minerali e svolgere così il suo ciclo vitale.
3.ARATURA E FERTILITA’
Esiste dunque un rapporto intimo tra le piante e ii microbi del suolo. La pianta stimola l’attività microbica fornendo ad essa come nutrimento i derivati della fotosintesi sotto forma di composti di carbonio essudati dalle sue radici. Ecco perché lavorare il terreno, così come si fa nell’agricoltura convenzionale, innesca un processo distruttivo della materia organica in esso presente: i microrganismi messi direttamente a contatto con l’atmosfera muoiono come dei pesci fuori dall’acqua. Viene così eliminata la “flora intestinale” benefica necessaria al terreno per digerire e conservare il nutrimento necessario alle piante. Lavorando il terreno, inoltre, viene distrutto quello strato di humus costituito dai residui vegetali morti delle piante e dalle radici in decomposizione che costituiscono il nutrimento e la strada per le nuove radici.
Lo studio dell’agricoltura sinergica, come dell’agricoltura naturale invece, nasce dall’osservazione dei processi naturali con la consapevolezza che è necessario mantenere l’organismo suolo in grado di rigenerarsi mantenendo in relazione i diversi esseri viventi presenti. Il terreno ha una vita propria ed è uno degli organismi viventi più complessi, lo scopo dell’agricoltore è di relazionarsi con questo organismo rispettando la sua fisiologia ottenendo da esso le colture di cui ha bisogno.
4. I PRINCIPI
Il metodo adottato per non aggredire il sistema digestivo del suolo è quello di alimentarlo dall’alto con l’uso di pacciamatura e dal basso attraverso le radici delle piante morenti, come avviene in natura. I principi alla base dell’agricoltura sinergica naturale si fondano sui quattro pilastri dell’agricoltura del non fare di Fukuoka:
- Nessuna lavorazione del suolo.
Assenza totale di d’aratura o di qualsiasi altro tipo di disturbo del suolo perché esso si lavora da solo grazie alle radici delle piante e della fauna e microfauna presente nel sottosuolo.
- Nessun apporto di fertilizzanti.
La fertilizzazione naturale è continua attraverso le radici delle piante non asportate mai dal suolo e la pacciamatura, ovvero una copertura organica permanente come avviene in natura in un sottobosco, dove le foglie distaccate ricoprono con uno strato di materiale che si decompone e nutre il suolo. Ciò assicura anche un livello umidità e di temperatura stabili al terreno e alle piante; trattiene l’acqua e le sostanze nel terreno proteggendo dalle forti piogge e dall’essiccazione; inoltre regola e controlla la proliferazione delle erbe spontanee invasive.
- Nessun compattamento del suolo.
Lasciare le radici delle piante a fine ciclo, e non disturbare il lavoro dei microrganismi e dei piccoli animali, permette di creare gallerie porose che rendono più soffice il terreno e previene l’asfissia della vita presente nel sottosuolo.
- Biodiversità
Incrementare il più possibile la biodiversità contribuisce allo sviluppo di un ecosistema che si autoregola attraverso numerose e varie sinergie tra gli esseri viventi. Da questi principi prende il nome l’intera metodologia agricola: Naturale perché conosce e preserva l’attività naturale del suolo senza interferire con i processi di autofertilità. Sinergica, perché utilizza le consociazioni di vegetali funzionali ad apportare benefici antiparassitari, fertilizzanti e stimolanti.