La condanna a morte delle colture secolari degli ulivi pugliesi…
Cui prodest?
Detto nella lingua dei nostri antenati… A chi giova?
Un tema scomodo e scottante di cui si è parlato sui media in modo unilaterale e prestabilito.
Nell’antica Grecia l’ulivo era considerato sacro e chi abbatteva un albero di ulivo era condannato alla pena di morte. Oggi in Puglia chi non abbatte un albero di ulivo dichiarato infetto senza neanche l’evidenza di un riscontro molecolare, viene sanzionato con multe esose e soggetto a pesanti pressioni. Il messaggio scientifico che si è voluto trasmettere all’opinione pubblica ed imporre ai coltivatori è stato prevalentemente sintomatico e semplicistico perchè vede solo un batterio da distruggere. Quale scienza che non si apre al dubbio e al confronto si può considerare tale? Ci sono scienziati che hanno condotto numerose sperimentazioni in proposito ed hanno dimostrato come il disseccamento diffuso, imputato al batterio, sia invece da valutare all’interno di una visione più complessa e sistemica considerando aspetti come le condizioni del suolo, l’inquinamento, l’utilizzo di fitofarmaci, lo stato dell’albero e le potature. Di questi studi non solo non si è tenuto conto per avviare un’analisi più approfondita del fenomeno, ma si è fatto addirittura ricorso all’abbattimento nottetempo delle piante “untrici”. Cosa si cela dietro questa condotta forzosamente univoca che non è aperta al confronto con altre evidenze scientifiche?
Distruggere il batterio anche a costo di abbattere alberi monumentali che sono vissuti per centinaia di anni distruggendo la biodiversità e portando la terra alla sterilità, significa non solo distruggere un patrimonio unico dell’umanità ma anche distruggere un’economia locale che da questo patrimonio unico ricava prodotti di eccellenza che nessuna coltura intensiva potrà mai pareggiare. Significa distruggere un territorio amato e scelto per la sua unicità da milioni di turisti ogni anno, significa avvelenare l’habitat di una lunga serie di specie animali e vegetali di cui non ultimo fa parte l’uomo. Eppure tutto questo è stato programmato ciecamente da disposizioni regionali di contenimento dell’infezione da xylella fastidiosa, ma a questo punto è lecito domandarsi…cui prodest?
Queste sono le tante domande a cui hanno cercato di rispondere gli autori del documentario – inchiesta Legno Vivo.Xylella oltre il batterio. I fatti esposti sono stati studiati con amore e competenza guardando cosa si nasconde dietro l’abbattimento degli ulivi pugliesi senza pregiudizi e parziali risposte scientifiche.
…Terribile il problema della xylella! Per fortuna che ci sono aziende come la vostra che ci tengono ancora a tutelare la biodiversità, rispettano il territorio e le sue specie animali e vegetali praticando una agricoltura che segue i ritmi biologici naturali e le risorse semplicemente presenti in natura, senza forzature chimiche e senza farsi ammaliare dai profitti facili ma distruttivi e tossici della coltivazione intensiva. Grazie Agriom per amare le risorse della nostra Puglia e per darci dei prodotti davvero genuini, preservando così un bene inestimabile come quello degli ulivi secolari pugliesi. ?
Grazie per il tuo interesse ed apprezzamento!! Siamo felici di aver dei clienti che condividono la nostra stessa idea di sostenibilità ambientale e consumo consapevole, ma d’altronde non poteva essere diversamente..